Carissimi,
oggi a malincuore mi tocca parlare di una truffa che si sta consumando ai danni di noi Psicologi.
Qualche giorno fa, è arrivato presso l'indirizzo del mio studio una lettera di un fantomatico "Registro Italiano dei Medici". Nella lettera e nel modulo allegato si chiedeva la conferma di ipotetici miei dati presenti nella loro banca dati. Io non mi sono mai iscritto a questo registro e anche altri colleghi che sono stati contattati mi hanno confermato la loro estraneità all'elenco.
La lettera di accompagnamento invita a rimandare il modulo firmato al fine di confermare i dati. Solo in minuscolo c'è scritto che la presenza in questo ipotetico registro viene a costare circa 1057 € più IVA l'anno.
Questo genere di lettere sono pervenute la prima volta circa 2 anni fa e fu direttamente l'Ordine degli Psicologi della Regione Abruzzo ad avvertire di non firmare i documenti pervenuti.
Un altro indizio che mi ha fatto accendere l'allarme è il fatto che questo Registro ha sede in Germania...la busta prestampata che hanno inviato è indirizzata ad un paese della Germania. Ma un registro italiano è normale che sia in Germania? C'è qualcosa che non và...
Ho controllato il sito internet al quale il registro fa riferimento e ho notato che i nomi esistono ma scritti in maniera molto sintetica e senza foto o altre informazioni.
Secondo me, i dati sono stati estrapolati da internet in maniera random, solo per far vedere che il sito è attivo....
Io ho cestinato la lettera in quanto non ho mai fatto richiesta di inserire i miei dati nel registro e non ho proprio voglia di pagare 1057€+IVA....
Fatemi avere vostre notizie...se anche a voi sono arrivate queste lettere....
26 apr 2012
18 apr 2012
RECENSIONE : I LOVE SHOPPING
Chi di voi ha visto ieri sera il film in prima serata su Canale 5?
Hanno trasmesso "I love shopping", il film è tratto dal libro di Sophie Kinsella. Il film sicuramente comico e brioso ad un occhio attento mette in luce un disturbo che sta colpendo numerosissime persone: lo SHOPPING COMPULSIVO.
I soggetti affetti da questo problema provano piacere nell'acquistare oggetti di vario genere, anche inutili. Passata la fase dell'euforia, l'individuo vive sentimenti di colpa, vergogna e senso di inutilità e depressione. Per fronteggiare tali emozioni si rituffa in altri acquisti.
Questo circolo vizioso è messo in evidenza in un momento del film, nel quale la protagonista è messa alle strette dal proprio ragazzo.
- Becky: Luke tu non capisci.
- Lukie: no hai ragione non capisco. Allora fai quello per cui ti ho assunta, Rebecca. Illumina qualcuno che non capisce assolutamente come stanno le cose.
- Becky: io compro.
- Luke: oh e tu menti perché compri? Okay, okay, e perché compri?
- Becky: beh...
- Luke: avanti rispondi.
- Becky: tu non mi stai dando il tempo di rispondere!
- Luke: tempo di fare che? Di inventare una balla? Per una volta nella tua vita dimmi la verità!
- Becky: perché quando compro il mondo diventa migliore, il mondo è migliore... e subito dopo non lo è più e io ho bisogno di rifarlo.
- Luke: e non conta l'onestà? Non conta la credibilità?
- Becky: io volevo dirtelo ma... mi serviva questo posto per entrare da Alet.
- Luke: beh, ti auguro di cuore di riuscirci.
- Becky: luke mi dispiace così tanto.
- Luke: no, no ho capito. È stata tutta una farsa, è perfettamente chiaro adesso.
Attualmente la Sindrome dello shopping compulsivo non è stato ancora riconosciuto ufficialmente dall'American Psychiatric Association (APA), nonostante sia presa seriamente in considerazione e studiata. Si può affermare che il disturbo è un incrocio tra un disturbo ossessivo-compulsivo e una dipendenza. Come si intuisce dalla scena del film, questa patologia oltre ad avere ripercussioni sugli aspetti finanziari, ha conseguenze negative anche sui rapporti interpersonali, in quanto si cerca di nascondere il disturbo e i propri problemi.
Oltre a questi aspetti più "clinici" il film è veramente divertente, brioso e senza la pretesa di essere un capolavoro, un bel modo per passare una serata in tranquillità con il sorriso sulle labbra.
5 apr 2012
INCONTRO SULLA COPPIA
Tutto confermato...
Mi è arrivato, da poco, l'ok da parte de "La Feltrinelli", mi daranno la possilità di tenere un incontro aperto al pubblico martedì 8 maggio dalle 18 alle 20.
L'intervento sarà dedicato alla "Nascita di una coppia".
Durante l'incontro esporrò i condizionamenti che influenzano la percezione della coppia, che interferiscono con la scelta del partner e che possono anche alterare in maniera negativa le dinamiche a due.
Come molti sanno, mi interesso di sessuologia e terapie di coppia, e trovo molto utile organizzare incontri divulgativi durante i quali si spieghi alle persone i fattorie che influenzano l'inizio di una coppia e anche le problematiche che queste interferenze causano. Migliorare la consapevolezza delle proprie aspettative, delle proprie paure e desideri potenzia notevolmente la vita relazione.
Torno a ribadirlo la consapevolezza di noi stessi ci aiuta a comprendere tanto di noi e a migliorare.
1 apr 2012
LA CONSAPEVOLEZZA
Oggigiorno
si sente sempre più spesso parlare di consapevolezza e autoconsapevolezza. Ma che
cosa si intende con questi termini? Tra le diverse definizioni che si possono
trovare su diversi testi, quella di Burnard pare la più adeguata e chiara.
“L’autoconsapeolezza è il processo tramite il quale si riconoscono
i propri sentimenti, atteggiamenti, valori e, al contempo, il processo di
apprendimento degli affetti che si inducono sugli altri”.
La conoscenza
di sé è un percorso di scoperta continua delle proprie caratteristiche, dei
propri punti di forza e di debolezza. Per molte persone la scoperta di sé e
delle proprie qualità appare come un processo complicato e, per alcuni tratti
oscuro. È importante, invece, comprendere che tutti possono migliorare la
propria consapevolezza.
Per
raggiungere questo obiettivo è fondamentale assumersi la responsabilità della
propria vita. Molto spesso si tende a delegare agli altri le responsabilità degli
eventi che ci coinvolgono.
Riappropriarsi
della propria vita, dei propri comportamenti e di se stessi è il primo passo
per cominciare un vero percorso di consapevolezza. Quante volte è capitato di guidare
la macchina, arrivare a destinazione e non capire come ci si è arrivati? Smettere
di vivere con il “pilota automatico” è uno step decisivo per migliorare la
conoscenza di se stessi.
Il primo
passo per spegnere il “pilota automatico” è fermarsi, ogni tanto, durante il
giorno e porsi alcune domande fondamentali: che sto facendo? Come mi sento? Che
sensazioni fisiche sto provando? Che pensieri sto facendo in questo momento? Riuscire
a fermarsi e porsi questi quesiti è un ottimo mezzo per rompere gli automatismi
che caratterizzano le giornate. Concentrarsi in particolari momenti su ciò che
sta avvenendo fuori e dentro di sé permette di comprendere meglio come si vive e cosa si vive.
Può sembrare un compito particolarmente complesso ma per porsi le domande
presentate sopra bastano pochi attimi.
Con il
trascorrere del tempo le “pause” permetteranno di comprendere sempre più le
proprie emozioni e i propri comportamenti con il conseguente miglioramento dell’autoconsapevolezza.
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