Pensiamo, pensiamo,
pensiamo… Rimuginare sulle situazioni sembra diventato una caratteristica
fondamentale delle nostre giornate. Oggigiorno le preoccupazioni dilagano su
tutti gli aspetti della nostra vita. Non vi è giorno che qualche nuova
preoccupazione nasca nella nostra mente. Durante il giorno non è raro che
mentre stiamo lavorando o trascorrendo il nostro tempo libero la nostra mente
sia rapita dai pensieri sui nostri problemi. Quando siamo in apprensione la
nostra mente è intrappolata in un vortice di mille parole, pensieri, problemi,
immagini, possibili soluzioni e conseguenze. Ad alcune persone il caotico mondo
delle preoccupazioni si manifesta con ansia e emicranie. La preoccupazione
cronica ha conseguenze anche sulle nostre attività quotidiane, perennemente
distratti non riusciamo a concentrarci adeguatamente sul compito che stiamo
eseguendo commettendo così errori e sviste. Questi ultimi vanno ad alimentare
il fuoco della nostra preoccupazione e abbassano la nostra autostima.
Ma è possibile
sfuggire da questo turbinio di timori?
In questo numero della
newsletter ti parlerò delle preoccupazioni, indagherò insieme a te il
significato profondo che si nasconde in esse e successivamente cercheremo delle
possibili soluzioni per alleviare il disagio che esse provocano.
Quando diciamo che
siamo “preoccupati” lo facciamo senza soffermarci adeguatamente sul suo
significato. Se leggiamo attentamente la parola PREOCCUPARE notiamo che essa
può essere scomposta in PRE-OCCUPARE, cioè OCCUPARSI-PRE (prima). Quando ci
preoccupiamo per qualche problema la nostra mente comincia ad elaborare
informazioni e possibili soluzioni all’eventuale questione. Ma spessissimo, le
difficoltà riguardano situazioni future di cui noi non abbiamo la certezza. Ti
è mai capitato di soffermarsi a pensare e ad occuparti-pre di qualche possibile
problema futuro? Ti sei immaginato qualche futura difficoltà ed hai cercato di
risolverla? Mark Twain diceva: “In vita mia mi sono preoccupato di tante cose,
alcune delle quali sono poi veramente accadute”. Ritengo questa frase molto
valida e reale. Spesso ci occupiamo-pre di cose che non sono ancora accadute, o
meglio, stanno accadendo solo nella nostra testa. Questo nostro modo di
affrontare la realtà ci porta a vivere sempre con uno stato di angoscia. Il
continuare a prestare attenzione alle nostre inquietudini ha come conseguenza
che non riusciamo a goderci il momento presente, gli eventi positivi che ci
stanno accadendo in questo momento. Hai mai visto i film della ferie Fantozzi
con Paolo Villaggio? Ricordi la mitica nuvoletta che lo perseguitava ovunque
andasse? Le preoccupazioni che noi abbiamo sono simili alla nuvoletta di
Fantozzi, essa ci segue ovunque e continuamente ci bagna con le sue gocce di
problemi non permettendoci di godere pienamente delle gioie di una giornata di
sole. Qualunque momento di serenità e allegria viene adombrato dalla nuvoletta
delle preoccupazioni. L’unico modo per allontanare la nuvoletta è quella di
liberarsi dalle preoccupazioni.
Come ha messo ben in
evidenza Mark Twain, molte volte i problemi non sono reali e non sono ancora
accaduti. L’unico posto dove accadono, in continuazione, è nella nostra mente.
Per riuscire a
liberarsi dalle preoccupazioni è prendere consapevolezza che occupandosene-pre
non vi è alcun beneficio. Se esiste un problema reale, non bisogna
pre-occuparsene ma OCCUPARSENE. Rimandiamo le pre-occupazioni al momento in cui
ce ne possiamo occupare. Farlo ora sarebbe di poca utilità e ha come unica
conseguenza il nostro malessere.