Nel 1973 venne proposto, da parte di un sociologo americano, una classificazione dei rapporti interpersonali in base allo stile adottato nelle relazioni affettive.
Gli "stili" sono così descritti:
1)EROS (romantico): nella relazione ci si sente immediatamente attratti e stimolati dal partner;
2)LUDUS (giocoso): si mira alla seduzione del partner e si evitano legami di ogni sorta;
3)STORGE o FILIA (amichevoli): la cosa più importante nella relazione sono gli interessi e le attività che si condividono con il partner;
4)PRAGMA (pragmatico): si è attratti dalle facilitazioni pragmatiche che provengono dalla relazione (avere una famiglia, appartamento più grande);
5)MANIA (possessivo): si cerca il possesso esclusivo della persona, se non si riesce a soddisfare tale obiettivo si è gelosissimi;
6) AGAPE (altruistico): si cerca il benessere del partner, si cerca di soddisfare i bisogni altrui utilizzando le energie per realizzare il bene dell'altro.
RISPONDI AL SONDAGGIO NELLA COLONNINA QUI DI FIANCO!
28 ott 2008
23 ott 2008
RACCONTI PSICO-ZEN
Un giorno un agricoltore scoprì su una collina in una foresta una statua di inestimabile valore di uno dei diciotto Arhats (Santoni) buddhisti. Chiamò gli amici:
“Uh! Un Arhat d’oro!”
“Devono essere cento chili di oro puro!”
“Ah! Avremo da mangiare e bere a sufficienza per sempre!”
La famiglia e gli amici dell’agricoltore erano molto eccitati dalla scoperta.
Ma l’agricoltore si sentiva depresso e se ne stava seduto con un’espressione preoccupata sul viso.
“Ora che sei ricco. Di cosa ti preoccupi tanto?”
“Ecco. Non so dove sono gli altri diciassette Arhats!”
Ricchezza e povertà non dipendono dal denaro che possediamo, ma piuttosto dall’accontentarci o meno di ciò che abbiamo.
22 ott 2008
GUARDATEVI ALLO SPECCHIO…
Fate un esperimento guardatevi allo specchio mentre parlate oppure osservate un vostro video…. Gesticolate molto?
In passato si pensava che la tendenza a muovere le mani mentre si parlava fosse un modo per rendere un discorso, una parola più incisivi. Una recente ricerca condotta presso l’Università di Alberta ha cercato di individuare il perché di tale tendenza. Hanno chiesto a persone bilingue di parlare in entrambe le lingue. Si è notato che gli individui muovevano maggiormente le mani nelle lingue in cui erano più fluenti. La neurobiologa Elena Nicoladis ha cercato se tali differenze erano presenti anche in altri casi di bilinguismo; ha rilevato che le donne cinesi che parlano inglese meglio degli uomini tendono maggiormente a gesticolare.
Un’ipotesi che spieghi tale propensione sostiene che il gesticolare faccia sì che le persone ritrovino nella memoria le parole giuste per esprimersi , per rendere il linguaggio più ricco ed espressivo
In passato si pensava che la tendenza a muovere le mani mentre si parlava fosse un modo per rendere un discorso, una parola più incisivi. Una recente ricerca condotta presso l’Università di Alberta ha cercato di individuare il perché di tale tendenza. Hanno chiesto a persone bilingue di parlare in entrambe le lingue. Si è notato che gli individui muovevano maggiormente le mani nelle lingue in cui erano più fluenti. La neurobiologa Elena Nicoladis ha cercato se tali differenze erano presenti anche in altri casi di bilinguismo; ha rilevato che le donne cinesi che parlano inglese meglio degli uomini tendono maggiormente a gesticolare.
Un’ipotesi che spieghi tale propensione sostiene che il gesticolare faccia sì che le persone ritrovino nella memoria le parole giuste per esprimersi , per rendere il linguaggio più ricco ed espressivo
21 ott 2008
DR PSYCHO: SINDROME DI ASPERGER
Chi di voi ha mai visto C.S.I.Las Vegas con il famosissimo entomologo Gil Grissom? Lucidissima razionalità, ossessiva dedizione alle discipline preferite…queste sono alcune delle caratteristiche che candidano il nostro protagonista del telefilm ad essere un individuo affetto da Sindrome di Asperger. Tale disturbo rientra nello spettro autistico dei disturbi pervasivi dello sviluppo. Solitamente la diagnosi è tardiva e vi si arriva attraverso altri elementi caratteristici del disturbo quali la goffaggine motoria e l’incapacità di apprezzare le convenzioni sociali senza che vi sia un ritardo nello sviluppo del linguaggio e delle funzioni cognitive. La diagnosi è alquanto difficoltosa a causa delle caratteristiche stesse del disturbo, in quanto non vi è una netta separazione tra la patologia e u diverso modo di affrontare la realtà. Le persona affette da tale problema non si considerano malate ma individui che hanno un diverso modo di affrontare la realtà, comprendono i loro limiti, e molto spesso desiderano migliorare. Non si considerano malati da curare con i farmaci. In Italia, la Sindrome è ancora poco conosciuta e studiata. Gli individui affetti da tale “diverso funzionamento sociale” si sono costituiti in gruppi e associazioni. Tutti gli indirizzi utili e le informazioni possono essere trovate qui. Non si considerano malati da curare con i farmaci. In Italia, la Sindrome è ancora poco conosciuta e studiata. Gli individui affetti da tale “diverso funzionamento sociale” si sono costituiti in gruppi e associazioni. Tutti gli indirizzi utili e le informazioni possono essere trovate qui.
8 ott 2008
INTERVENTI: NeuroVR
Ciao a tutti!! Pensavate che mi fossi dimenticato di voi…!? Invece no, rieccomi.
Qualche giorno fa leggendo ho trovato un articolo veramente interessante.
Da qualche tempo nella comunità scientifica si sta discutendo e si stanno sperimentando tecniche di realtà virtuale a fini psicoterapeutici. Scartabellando in giro mi sono imbattuto nella notizia che l’Istituto Auxologico Italiano di Milano ha messo a punto un programma scaricabile gratuitamente da internet. Il programma, open-source, è una simulazione di realtà virtuale tra Second Life e un videogioco. Nell’articolo, una delle responsabili del programma, la dott.ssa Alessandra Gorini ha dichiarato:"L’efficacia dell’utilizzo della realtà virtuale, accompagnato da psicoterapia, soprattutto per il trattamento di pazienti affetti da disturbi d’ansia e fobie specifiche, è dimostrato da numerosi studi scientifici, e negli USA è accettato fra le terapie rimborsate dalle assicurazioni".
Di fronte ad una notizia del genere, secondo voi, cosa potevo fare??
Inizio con il consigliare a chi non ha un pc abbastanza buono di pensarci un po’, il programma è pesantino (circa 300MB). Ho scaricato il programma da NeuroVR è l’ho sperimentato. Nella logica italiana…di un programma elaborato in Italia, non sono riuscito a trovare un manuale in italiano. Ho sperimentato diversi ambienti è devo ammettere di essere rimasto molto soddisfatto di ciò che mi si presentava agli occhi. Sono stato in un grande piazzale, in un ristorante e per finire in un supermercato. Piccola curiosità: i prodotti nel supermercato virtuale sono gli stessi che troviamo in quelli reali con la differenza che i primi hanno i nomi scritti specularmente. L'integrazione tra la psicoterapia e i mondi virtuali può essere un ottimo metodo per aiutare l'utente a "sperimentarsi" prima di entrare in contatto "reale" con il suo oggetto fobico. Secondo me, oltre ad agevolare la psicoterapia, aiuto il cliente a capire che anche la Psicologia è scientifica...cosa non sempre accettata e compresa.
Sicuramente gli appassionati di videogiochi troveranno la grafica deludente, ma se pensiamo che il software è gratuito e che è una prima versione non ci possiamo lamentare. L’Istituto Auxologico in collaborazione con il Virtual Reality Multimedia Park di Torino stanno già lavorando ad una nuova versione, utilizzabile anche su cellulari e palmari…staremo a vedere!
Qualche giorno fa leggendo ho trovato un articolo veramente interessante.
Da qualche tempo nella comunità scientifica si sta discutendo e si stanno sperimentando tecniche di realtà virtuale a fini psicoterapeutici. Scartabellando in giro mi sono imbattuto nella notizia che l’Istituto Auxologico Italiano di Milano ha messo a punto un programma scaricabile gratuitamente da internet. Il programma, open-source, è una simulazione di realtà virtuale tra Second Life e un videogioco. Nell’articolo, una delle responsabili del programma, la dott.ssa Alessandra Gorini ha dichiarato:"L’efficacia dell’utilizzo della realtà virtuale, accompagnato da psicoterapia, soprattutto per il trattamento di pazienti affetti da disturbi d’ansia e fobie specifiche, è dimostrato da numerosi studi scientifici, e negli USA è accettato fra le terapie rimborsate dalle assicurazioni"
Di fronte ad una notizia del genere, secondo voi, cosa potevo fare??
Inizio con il consigliare a chi non ha un pc abbastanza buono di pensarci un po’, il programma è pesantino (circa 300MB). Ho scaricato il programma da NeuroVR è l’ho sperimentato. Nella logica italiana…di un programma elaborato in Italia, non sono riuscito a trovare un manuale in italiano. Ho sperimentato diversi ambienti è devo ammettere di essere rimasto molto soddisfatto di ciò che mi si presentava agli occhi. Sono stato in un grande piazzale, in un ristorante e per finire in un supermercato. Piccola curiosità: i prodotti nel supermercato virtuale sono gli stessi che troviamo in quelli reali con la differenza che i primi hanno i nomi scritti specularmente. L'integrazione tra la psicoterapia e i mondi virtuali può essere un ottimo metodo per aiutare l'utente a "sperimentarsi" prima di entrare in contatto "reale" con il suo oggetto fobico. Secondo me, oltre ad agevolare la psicoterapia, aiuto il cliente a capire che anche la Psicologia è scientifica...cosa non sempre accettata e compresa.
Sicuramente gli appassionati di videogiochi troveranno la grafica deludente, ma se pensiamo che il software è gratuito e che è una prima versione non ci possiamo lamentare. L’Istituto Auxologico in collaborazione con il Virtual Reality Multimedia Park di Torino stanno già lavorando ad una nuova versione, utilizzabile anche su cellulari e palmari…staremo a vedere!
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